martedì 23 giugno 2009

Di nuovo qui

Altro mese senza notizie; ho pensato che almeno un aggiornamento da Tokyo valesse la pena. Non che a Trieste non succeda nulla, ma è ancora più difficile pensare che possa interessare a qualcuno. Se si aggiunge anche il fatto che cerco di parlare il meno possibile di lavoro... Insomma, meno film del solito e più bagni. ma cinema e birra ci sta sempre, per cui nei giorni scorsi si è visto "Soffocare". Perderò la prima di Transformers, ma se qualcuno cerca di rovinarmelo firma la sua condanna a morte.

E così sono di nuovo qui, stavolta per pochissimi giorni. Il viaggio è sempre un'odissea. Parto ieri mattina da Trieste per Roma. Il volo è alle sette e venti, per cui mi devo svegliare (dopo tre orette scarse di sonno) verso le quattro. Arrivo alla stazione dei pullmann e incontro una folla di zombi tra cui con un po' di disappunto mi confondo perfettamente. Se il pullmann fosse diretto ad Abilene, Texas invece che a Ronchi dei Legionari, FVG, potrebbe essere un horror di serie B.

Alcuni degli zombi stanno tornando a casa dopo una serata lunga e scendono prima dell'aeroporto. Arriviamo al capolinea e scendiamo. C'è un odore fortissimo di brioche appena sfornate, che vado immediatamente ad assaggiare. sono addirittura in anticipo per il volo e mi imbarcano direttamente su quello prima. Aspetterò a Roma.

Passiamo sul delta del Po, sembra un labirinto. Quando ci avviciniamo a Roma facciamo una lunga spirale e quando attraversiamo le nuvole siamo di nuovo dalla parte del mare.

Fiumicino mi sembra addirittura meglio organizzata dell'ultima volta, sono perplesso e stupito.

Ho tante ore di tempo, giro tra i negozi, provo roba e cerco di immaginare dove va la gente.

In volo non succede nulla di speciale. Le luci restano spente per la maggior parte del tempo (sospetto per risparmiare sul numero di pasti, ma non sono sicuro) e mi vedo un paio di film: "The international" e "He's Just Not That into You". Con dodici ore di viaggio cosa pretendete che guardi... Anche considerato che "The Reader" e "Gran Torino" li avevo già visti. Studio qualcosa.

Il pilota deve avere una passione innaturale per le linee spezzate e la traccia rossa sullo schermo in centro al corridoio ricorda i film di Indiana Jones.

A Narita devo consegnare un questionario sulla febbre suina, mentre degli addetti controllano la temperatura della gente con telecamere a infrarossi. Visto, impronte digitali e sono di nuovo qui.

Sul Narita Express confermo che il Giappone è pieno di verde. Le impressioni che avevo avuto la prima volta ritornano tutte, ma sono familiari. Conosco la strada per la guesthouse: Shinjuku-Takadanobaba-Waseda. Il ragazzo alla reception ha un attimo di stupore quando vede che so dove è l'aspirapolvere. Gli dico che sono già stato qui, non sono un veggente.

Lascio la mia roba e raggiungo il campus, dove incontro Yuasa. Sulla strada noto che hanno demolito un edificio vicino al parco e il convenient store davanti alla Waseda è stato chiuso. La torre azzurra e grigiain mezzo al campus è diventata argentata. Mangiamo riso al curry e ci mettiamo lentamente a lavorare. L'afa è terribile.

Quando incontro i professori Tasaki e Ohba mi chiedono come mi trovo a Trieste: benissimo.

La sera mangiamo Okonomiyaki (una specie di pizza cucinata alla piastra sul tavolo) a Shinjuku e me ne torno a dormire.